Vangelo di Gesù Cristo secondo San Luca
A quel tempo,
    mentre Gesù parlava,
Un fariseo lo invitò a pranzo.
Gesù entrò in casa e si sedette.
    Il fariseo era stupito
visto che non aveva prima eseguito le abluzioni
prima del pasto.
    Le Seigneur lui dit :
« Bien sûr, vous les pharisiens,
purifichi l'esterno del bicchiere e del piatto,
ma dentro di voi siete pieni
di avidità e malvagità.
    Insensés ! Celui qui a fait l’extérieur
n’a-t-il pas fait aussi l’intérieur ?
    Fate piuttosto l'elemosina di quello che avete,
et alors tout sera pur pour vous. »
– Acclamiamo la Parola di Dio.
Alleluia. Alleluia.
È viva, energica, la parola di Dio;
giudica le intenzioni e i pensieri del cuore.
Alleluia. (cfr Eb 4,12)
Entrano in scena: un pasto, una sorpresa, una parola che colpisce
Il Vangelo è semplice, quasi domestico: Gesù accetta l'invito a pranzo di un fariseo. Ci vediamo lì: la tavola apparecchiata, i gesti convenzionali, le piccole cortesie. Poi, il granello di sabbia. Gesù non compie le abluzioni rituali. Sorpresa, disagio, giudizio. Poi Gesù solleva il velo: "Voi purificate l'esterno del bicchiere... ma dentro siete pieni di avidità e di cattiveria". E apre una porta inaspettata: "Date piuttosto in elemosina quello che avete, e tutto sarà puro per voi".
Questa parola, oggi, attraversa i nostri salotti ordinati, le nostre agende controllate, i nostri feed impeccabili. Arriva a toccare dove non si vede nulla: l'intenzione, il pensiero, il desiderio. La Parola di Dio non si limita a commentare le nostre azioni; infiamma il cuore per convertirlo. E l'itinerario proposto da Gesù è sorprendente: la strada verso la purezza non passa prima attraverso la purezza delle mani, ma attraverso la prodigalità delle mani aperte. L'elemosina non è una ventilazione facoltativa della nostra vita spirituale; ne è il respiro.
La purezza secondo Gesù: conta l'interiorità, ma si ottiene donando
Il rimprovero di Gesù non contrappone l'interiore all'esteriore come due mondi estranei. Ci ricorda che Dio ha creato entrambi: «Chi ha fatto l'esterno, non ha forse fatto anche l'interno?». In altre parole, l'interiore e l'esteriore sono chiamati ad accordarsi. E il cardine di questa accordanza è il dono. L'elemosina, nella Bibbia, non è una moneta gettata a caso; è un atto di giustizia, un modo per restituire a Dio ciò che ci affida per i suoi piccoli. Purifica perché decentra, libera il cuore dall'avidità, rompe le chiusure.
Nel nostro vocabolario, la parola "aiuto" ha quasi sostituito "elemosina". Parliamo di solidarietà, filantropia, inclusione. Va bene. Ma "elemosina" conserva un sapore forte: ci ricorda che non sono il proprietario assoluto di ciò che ho. Ne sono il custode. Mi pone sulla soglia di un mistero: quando dono, è il mio cuore a essere purificato. E quando trattengo per paura, è il mio cuore a essere turbato.
Uno specchio per i nostri tempi: pulizia, prestazioni e aspetto
Viviamo in un'epoca di igiene e moderazione. Smartwatch, punteggi del sonno, conti di bilancio, liste di controllo delle abitudini, caselle di posta con zero messaggi non letti. Niente di tutto questo è negativo. Ma il rischio rimane: confondere una vita controllata con un cuore convertito. Possiamo ostentare virtù e dimenticare la misericordia. Possiamo trasmettere messaggi identitari o morali e rimanere chiusi interiormente. Possiamo rendere pubblici i nostri impegni e non vedere più i poveri alla nostra porta.
L'ossessione per la "pulizia" si è spostata dalla cucina all'immagine di sé. "Puliamo" i nostri feed di notizie, "eliminiamo" i nostri contatti, "filtriamo" le persone tossiche. A volte, è essenziale per vivere. Ma se questo è tutto ciò che rimane, l'esterno brilla e l'interno si inaridisce. L'elemosina, d'altra parte, introduce porosità: apre una breccia per far circolare la misericordia.

Traduci "Fai l'elemosina invece" oggi
Cosa significa "dare ciò che si ha" nelle nostre vite urbane, digitali e spesso condizionate dal fattore tempo? La domanda richiede diverse risposte.
- Dona denaro regolarmente, in base alle tue possibilità. La regolarità purifica la paura di perderti qualcosa. La discrezione purifica l'ego.
 - Donare tempo: visite, telefonate, babysitter, aiuto amministrativo. Donare tempo purifica l'impazienza.
 - Presta attenzione: ascolta senza notifiche, guarda senza cambiare direzione, ricorda un nome. Prestare attenzione purifica dalla distrazione.
 - Offri uno spazio: un tavolo aperto, una camera per gli ospiti, un angolo ufficio condiviso. L'ospitalità purifica la proprietà.
 - Dona un'abilità: traduci, ripara, programma, cucina, difendi. Il servizio purifica la vanità.
 - Pronuncia una parola: affermazione di dignità, richiesta di perdono, benedizione offerta. La parola che benedice purifica la lingua.
 - Dare potere: raccomandare, introdurre, cooptare. Aprire una porta purifica l'istinto di controllo.
 
Ognuno ha qualcosa. Gesù non dice: "Date ciò che non avete", ma: "Date ciò che avete". Proprio lì dove siete, con ciò che avete, oggi.
Un po' di esegesi: quando l'elemosina purifica il cuore
Nella tradizione biblica, l'elemosina è legata alla giustizia. È spesso associata al digiuno e alla preghiera. Luca, l'evangelista della misericordia, sottolinea che l'elemosina "cancella" o "copre" una moltitudine di peccati non come una transazione, ma come un fuoco che consuma l'egoismo. La parola greca per "puro" è katharos: libero da impurità. L'elemosina chiarisce il desiderio, rimuove la sabbia dai meccanismi interiori del cuore.
"Dai ciò che hai" suona come una pedagogia: se vuoi smettere di chiuderti in te stesso, inizia a far circolare ciò a cui ti aggrappi. Scoprirai la gioia del decluttering, non per te stesso, ma per gli altri. E in cambio, diventerai libero.
Una parola che trascende le nostre intenzioni
L'alleluia di Eb 4,12 dà il tono: la Parola di Dio giudica i pensieri del cuore. Non per condannare, ma per discernere ciò che è vivo e ciò che è chiuso. A volte non sappiamo più se doniamo per amore o per calcolo. La Parola, come un bisturi, separa l'uno dall'altro. Conserva l'elemento della gratuità, nomina l'elemento della strategia. Non tollera l'ambiguità volontaria, quei piccoli accorgimenti in cui "diamo" per guadagnare reputazione, lenire la colpa, comprare la pace della mente. Ci riporta all'essenziale: donare per amare, amare per vivere.
I volti dell'avidità oggi
L'avidità non è solo amore per il denaro. È radicata nel confronto costante, nell'ansia di sicurezza e nel rifiuto di essere disturbati.
- Avidità di sicurezza: accumulo contatti, opzioni, diplomi, privandomi della gioia della condivisione.
 - Avidità di immagini: racconto principalmente ciò che si vede e ciò che è ben raccontato.
 - Avidità di tempo: non lascio alcun margine all'imprevisto; vivo in modo ristretto, per paura di perdere il controllo.
 - Avidità di attenzione: preferisco i flussi che mi confermano a quelli che mi sfidano.
 - Avidità emotiva: trattengo il perdono per paura di essere ferito di nuovo.
 
L'elemosina purifica ciascuna di queste cupidigie non attraverso una grande e eroica sconfitta, ma attraverso piccoli atti concreti, regolari, a volte nascosti.

Un'ecologia del dono nell'economia reale
Stiamo vivendo un periodo di inflazione, insicurezza e preoccupazioni energetiche. Donare non è ingenuo. È una scelta di priorità. L'economia del dono non sostituisce l'economia di mercato, ma la umanizza. Ogni atto di donazione libera reintroduce un po' di respiro in un tessuto sociale teso.
- Stabilisci una percentuale realistica per le donazioni regolari. Anche se modesta, deve essere stabile.
 - Scegli la lealtà piuttosto che l'ingegno: 10 euro al mese sono meglio di 100 una volta sola, come reazione.
 - Diversificare: una causa lontana, una prossimità, un'emergenza.
 - Aumenta la presenza: quando possibile, passa dalle carte di credito al caffè condiviso.
 
La purezza promessa da Gesù non è solo individuale. È comunitaria: così, "tutto sarà puro per voi". Ci purifichiamo a vicenda quando la generosità circola.
L'era digitale: attenzione, elemosina e igiene dello scorrimento
La tecnologia digitale distribuisce la nostra attenzione come se fosse denaro. Cosa significa "fare l'elemosina" in questo mondo?
- Smettete di diffondere indignazione inutile. Date il beneficio del dubbio e verificate prima di condividere.
 - Dare visibilità alle voci discrete: artisti, associazioni, vicini.
 - Lascia commenti gentili e accurati. La precisione purifica l'adulazione.
 - Scrivi messaggi privati di gratitudine. La gratitudine purifica il confronto.
 - Pratica un digiuno settimanale di notifica e dedica quel tempo a una visita o a una chiamata.
 
Prestare attenzione alla carità significa restituire alle persone la dignità di non essere semplicemente "contente".
Il gesto, la regola, la gioia: una piccola regola di vita
Senza regolarità, le buone intenzioni si esauriscono. Una piccola regola, flessibile e realistica, rende la generosità vivibile.
- Lunedì ho in programma una donazione finanziaria e una telefonata.
 - Il mercoledì dedico 30 minuti a fornire aiuto pratico (scartoffie, spesa).
 - Il venerdì prego in modo specifico per due persone che ho incontrato.
 - La domenica invito o apro uno spazio di semplice ospitalità.
 
La regolarità non spegne lo spirito, anzi lo alimenta. E la gioia spesso arriva quando meno te lo aspetti.
Ostacoli: paura di essere ingannati, stanchezza compassionevole, mancanza di chiarezza
- Paura di essere ingannati: se il rischio ti paralizza, scegli canali affidabili e tieni da parte una piccola parte per l'imprevisto. Gli errori non annullano il valore del regalo.
 - Affaticamento da compassione: alternare impegno intenso e riposo. La compassione è un muscolo: ha bisogno di allenamento e recupero.
 - Mancanza di chiarezza: scrivi i tuoi impulsi e trasformali in appuntamenti. L'intenzione diventa azione quando entra nell'agenda.
 
Purezza non significa ingenuità. Significa coerenza tra ciò che confesso e ciò che scelgo.
Famiglie: educare attraverso gesti e storie
- Un contenitore comune visibile dove tutti mettono una moneta per un progetto scelto insieme.
 - Una “borsa della gentilezza” nella borsa: fazzoletti, barrette, parole dolci.
 - Storie di santi, vicini e persone anonime che donano. I bambini imitano ciò che ammirano.
 
La purezza del cuore si esprime attraverso mani operose e occhi luminosi.
Quando il dono guarisce chi lo dona: tre vignette
- Il pendolare: in metropolitana, scende una fermata prima per camminare con un senzatetto, non per "risolvere" la sua situazione, ma per ascoltarlo. Scopre che la sua solitudine si sta dissolvendo.
 - La pensionata: cucina una volta a settimana per gli studenti locali. Il suo dolore è addolcito dal profumo del timo e dalle risate serali.
 - La studentessa: traduce volontariamente documenti per famiglie di migranti. Le sue ansie trovano sollievo nell'umile utilità.
 
Donare non cancella il dolore, ma lo indirizza verso la vita.
Dentro/fuori: Dio ha creato entrambi
Gesù non disprezza le abluzioni. Le critica perché diventano un alibi. Oggi, le nostre "abluzioni" assumono la forma di routine di benessere, performance e spettacolarità. Manteniamole se servono alla carità. Abbandoniamole se la sostituiscono. La verità della purezza è l'unità: il calice è pulito all'esterno perché il cuore è purificato dal dono.

La tavola, luogo di conversione
La scena si svolge a tavola. Anche i nostri pasti possono diventare eucaristici attraverso l'attenzione, la gratitudine e lo spazio lasciato agli altri.
- Lasciate un posto libero nel cuore, altrimenti sul tavolo.
 - Iniziamo ringraziando coloro che hanno reso possibile la preparazione del cibo.
 - Ridurre gli sprechi e condividere gli avanzi.
 
La purezza deriva anche da ciò che scegliamo di acquistare, cucinare e condividere.
La prova della realtà: quando è complicata
A volte donare sembra esacerbare le dinamiche di dipendenza. A volte ci imbattiamo in sistemi poco trasparenti. Quindi, dobbiamo imparare.
- Allenati ad ascoltare (senza salvare, senza cancellarti).
 - Affidatevi alle collettività locali.
 - Stabilisci limiti chiari e spiegali con rispetto.
 
La purezza si sperimenta nella complessità, non nella sanificazione.
“Tutto sarà puro per voi”: promessa della comunità
Gesù parla al plurale. L'elemosina non purifica solo l'individuo, ma anche la comunità: famiglie, gruppi, parrocchie, città. Dove il dono circola, la diffidenza diminuisce, la parola si placa e la creatività rinasce.
- In squadra: un bilancio “bene comune” per le azioni di cura.
 - In parrocchia: una liturgia semplice che si apre a gesti concreti di ospitalità.
 - In una città: spazi di incontro dove condividere il know-how.
 
Il tessuto sociale viene purificato dalla capillarità.
Gioia Sobria: L'estetica del cuore puro
Il cuore puro non è l'anima perfetta. È puro. Impara una gioia sobria e non appariscente, riconoscibile da segni discreti:
- Una disponibilità calma.
 - Un umorismo tenero.
 - Libertà dalla vista.
 
Il mondo attende questa gioia senza nominarla. È contagiosa per vicinanza.
Percorso semplice: tre settimane per sbloccare il regalo
Settimana 1: Osserva. Ogni giorno, annota un volto incontrato, un bisogno percepito, un ringraziamento espresso.
Settimana 2: Agisci. Due azioni concrete: una donazione materiale e una donazione di tempo.
Settimana 3: Rileggere. Cosa ho provato? Cosa mi ha fatto resistenza? Quale gioia mi ha colpito?
Questo piccolo ciclo, ripetuto, lucida il cuore come si lucida una pietra in riva al fiume.
Preghiera: Richiesta di un cuore aggiustato
Signore Gesù,
Ti siedi ai nostri tavoli e guardi nei nostri cuori.
Vedete le nostre paure, i nostri calcoli, le nostre belle apparenze.
Concedici di amare la semplicità che dona,
misurare ciò che è necessario, offrire il superfluo,
condividere anche ciò che riteniamo essenziale.
Purificare le nostre intenzioni attraverso la gioia dell'incontro.
Insegnaci il gesto che solleva,
la parola che restaura,
il silenzio che ascolta.
Allora, per la tua grazia, tutto sarà puro per noi. Amen.
Breve preghiera prima di uscire di casa
Signore,
metto in tasca una gentilezza disponibile,
nel mio sguardo un posto per l'altro,
nelle mie mani un'offerta gioiosa.
Tienimi lontano dai gesti che umiliano,
mi ispirano coloro che umanizzano.
Rendimi leggero e generoso. Amen.
Confessione del cuore: esame di fine giornata
- Dove mi sono trattenuto per paura?
 - Dove mi sono fatto vedere?
 - Dove ho lasciato che lo Spirito mi disturbasse?
 - Chi posso chiamare domani?
 
L'esame non giudica per punire, ma per riorientare. La purezza cresce di correzione in correzione.
Il perdono come elemosina
C'è una carità più difficile del denaro: il perdono. A volte costa più di un bonifico bancario. Perdonare è restituire all'altro la possibilità di essere diverso dalla sua colpa. Questa carità purifica profondamente, perché tocca le nostre ferite. Guarisce lentamente, come una cicatrice che non si rimargina in un giorno.
- Se possibile, indica il nome della lesione.
 - Quando non è sicuro, arrenditi a Dio e lascia andare la catena interiore.
 - Se necessario, ricorrere alla mediazione.
 
Il perdono non è oblio o impunità. È liberazione.
I sacramenti e il dono: Eucaristia, riconciliazione, missione
- Eucaristia: riceviamo per diventare ciò che riceviamo. Il corpo donato da Gesù diventa lo stile dei nostri gesti.
 - Riconciliazione: Dio non si stanca mai di purificarci. La confessione smaschera l'avidità, l'assoluzione riapre la circolazione.
 - La Missione: la grazia ricevuta non si conserva, si condivide.
 
Quanto più doniamo, tanto più la fonte dentro di noi viene nutrita. Questo è il paradosso cristiano.
Un'umile alchimia: dall'abitudine alla virtù
I filosofi parlavano di habitus: una disposizione stabile acquisita attraverso atti ripetuti. L'elemosina diventa virtù quando il gesto non è più una tortura, ma una seconda natura. Non abolisce la vigilanza: la rende gioiosa. Un cuore puro non è un cuore ingenuo; è un cuore solido, reso semplice dalla pratica della carità.
Parabole domestiche del dare
- L'armadio: aprire uno scaffale "di transizione" per sistemare ciò che non mi serve più e che sarà essenziale per qualcun altro.
 - Il programma: lasciare ogni settimana uno spazio “interrompibile” per gli imprevisti.
 - Il telefono: ogni domenica sera, un messaggio di benedizione per qualcuno che trascuriamo.
 
Questi piccoli gesti insistenti diventano uno stile.
Quando l'elemosina diventa profetica
Donare può sfidare strutture ingiuste. L'elemosina non è solo compassione individuale; può diventare un segno di interrogativi.
- Assumi con una seconda occhiata.
 - Acquistare solidarietà anche quando non è ottimale.
 - Rifiutare la cultura dello scarto.
 
Profetico non significa eroico ogni giorno. Profetico significa fedele, pubblico quando necessario, creativo sempre.

Preghiera per la città
Dio di misericordia,
conosci i marciapiedi consumati e i cuori stanchi.
Benedici il nostro quartiere,
le mani che guariscono, quelle che si tendono,
le porte che si aprono e gli sguardi che sostengono.
Insegnaci l'arte dell'elemosina urbana:
una presenza che non preme,
una parola che non giudica,
un gesto che non calcola.
Che la tua pace si insinui nelle nostre strade. Amen.
Preghiera per gli schermi
Signore,
sui miei schermi, metti una lampada.
Che io cerchi la verità,
che io eviti la vana gloria,
che faccio spazio ai più piccoli.
Tienimi lontano dalla rabbia facile,
dammi il coraggio della gentilezza.
Fai della mia attenzione un'offerta. Amen.
L'elemosina come decluttering spirituale
Accumuliamo oggetti, ma anche rimpianti, obblighi, immagini. Donare è creare vuoto affinché Dio possa respirare dentro di noi. Alcuni praticano la selezione stagionale dei beni materiali; perché non quella spirituale?
- Portare rancore a Dio e in cambio offrire una benedizione.
 - Rinunciare a una spesa per finanziare la gioia di un'altra persona.
 - Sostituisci una pergamena di 20 minuti con una visita.
 
Il cuore puro si riconosce dal respiro. Non ansima, respira.
Rileggere Gesù a tavola: pedagogia per contrasto
A tavola, Gesù capovolge le aspettative. Non ferisce per umiliare; taglia per liberare. Le sue parole possono ferire la nostra autostima. Se è così, una buona notizia: siamo stati toccati. La domanda successiva: quale decisione concreta prenderò questa settimana?
- Imposta un importo, un appuntamento, un nome.
 - Scrivi l'impegno su un pezzo di carta e mettilo sotto la croce, sul tavolo, nel portafoglio.
 - Ringrazia quando hai finito.
 
La grazia si inscrive nella realtà attraverso l'inchiostro di piccoli propositi.
Quando il dare raggiunge il limite: accettare di non fare tutto
La purezza non è perfezione. Sa dire di no per dire di sì. Ci sono cause che non sosterremo, persone che non possiamo accompagnare da vicino. L'umiltà del dono consiste nell'accettare di essere un anello, non l'intera catena. Dio non ha bisogno della nostra onnipresenza; desidera la nostra fedeltà.
La gioia di sapersi spossessati
Il povero Cristo ci insegna la libertà del "mio, tuo, nostro". Quando qualcosa rimane troppo prezioso per poter essere immaginato di condividerlo, può suonare un piccolo allarme. E se iniziassi prestando? E se condividessi l'accesso, uno strumento, un libro? Il cuore si espande attraverso tentativi ed errori. Un passo, poi un altro.
Richiesta di disponibilità
Spirito Santo,
apre un varco dentro di me.
Sciogli le mie dita serrate,
ampliare i miei margini,
cambia le mie priorità.
Fammi un luogo di riposo per gli stanchi,
un rifugio per i preoccupati,
testimone discreto della tua bontà.
Che il mio “sì” diventi pane, chiave, orecchio. Amen.
Elemosina e giustizia: due gambe, un passo
Se l'elemosina è una gamba, la giustizia è l'altra. Una risponde all'emergenza, l'altra lavora alla causa. Cammineremo bene solo con entrambe.
- Elemosina: Io raccolgo, qui e ora.
 - Giustizia: mi informo, mi impegno, voto, imploro.
 
La purezza del cuore non è apolitica; è libera da qualsiasi schieramento, orientata dalla dignità.
Purificare attraverso la bellezza: l'arte come elemosina
Creare significa dare forma a un dono. Offrire una canzone, una poesia, un dipinto, una foto, un bouquet può sollevare un cuore. La bellezza non è superflua: purifica lo sguardo. Chiunque abbia mai ricevuto un biglietto scritto a mano in un momento buio conosce il potere di questi doni delicati.
- Scrivi una nota a mano ogni settimana.
 - Condividi un libro amato, non un libro spazzatura.
 - Regalatevi un momento di silenzio con della musica rilassante.
 
La bellezza pacifica. Prepara il cuore all'incontro.
Stagioni del dono: adattarsi senza lasciar andare
Ci sono periodi di generosità traboccante, altri di chiusura. L'arrivo di un figlio, una malattia, la ricerca di un lavoro. Adattarsi non significa arrendersi. A volte, donare assume la forma di chiedere aiuto. Ricevere purifica anche l'orgoglio del "me la cavo".
- Osate dire: "Ho bisogno".
 - Lasciamo che qualcuno ci cucini un pasto, porti una borsa, preghi per noi.
 
Il dono scorre in entrambe le direzioni. Rifiutarsi di riceverlo può bloccare la grazia nell'altro senso.
Preghiera quando sei esausto
Signore,
Non mi è rimasto molto.
Prendi questo piccolo:
un sorriso stanco,
due minuti di ascolto,
una moneta accartocciata.
Hai fatto l'esterno e l'interno:
vieni a purificare la mia stanchezza
dalla dolcezza della tua presenza.
Se non posso farlo, insegnami ad esserlo.
Se non posso dare, insegnami a ricevere.
E per oggi basti così. Amen.
Un criterio di discernimento: la pace umile
Dopo un gesto di donazione, un segno discreto ne conferma spesso la correttezza: una dolce pace, una semplice luce. Se, al contrario, crescono agitazione e risentimento, è utile rileggere: ho superato i miei limiti? Ho imposto il mio aiuto? Ho cercato la mia immagine? La purezza avanza correggendosi.
La memoria dei poveri: lasciarsi evangelizzare
I poveri ci evangelizzano. La loro pazienza, il loro umorismo, la loro creatività ci insegnano qualcosa su Dio. L'elemosina, accolta con gratitudine, diventa una scuola. Svela i nostri punti ciechi: i nostri attaccamenti, le nostre paure, le nostre illusioni. "Eb 4,12" si realizza: la Parola giudica le nostre intenzioni, spesso attraverso gli occhi dei più piccoli.
Preghiera con le mani aperte
Signore,
ecco le mie mani.
Vedi i loro calli, i loro tremori, i loro vuoti.
Riempili con ciò che vuoi dare attraverso di me,
svuotarli di ciò che tengo troppo stretto.
Che nessuno se ne vada con un senso di pesantezza in più per avermi incontrato.
Non vorrei confondere l'efficienza con la carità.
Lascia che le mie azioni parlino di te senza rumore. Amen.
Un metodo semplice per decidere
- Nome: qual è la necessità?
 - Valutare: cosa ho da dare senza compromettere le mie responsabilità?
 - Scegli: cosa posso fare adesso, cosa posso pianificare?
 - Affidare: pregare brevemente per la persona.
 - Agire: agire.
 - Rileggendo: cosa ricordo di questo momento?
 
Questo piccolo metodo porta ordine affinché la mente rimanga libera.

L'elemosina come liturgia della settimana
Rendiamo la settimana una liturgia del dono:
- Lunedì della Misericordia: un perdono da esprimere.
 - Skills Tuesday: offrire competenze.
 - Ascolto del mercoledì: un caffè senza telefono.
 - Giovedì della gratitudine: una lettera, un messaggio.
 - Venerdì di digiuno: risparmia per donare.
 - Sabato di presenza: una visita.
 - Domenica dell'ospitalità: un invito, anche semplice.
 
La ripetizione trasforma il paesaggio interiore.
Quando la parola diventa casa
"Acclamiamo la Parola di Dio". Acclamare significa fare spazio, accogliere. Se la Parola è "viva ed energica", non si accontenta di una cornice appesa a una parete. Vuole un angolo nelle nostre case. Un versetto sul frigorifero, un quaderno di stimoli annotati vicino all'ingresso, una preghiera sul tavolo. La vita quotidiana diventa un tabernacolo.
Preghiera dell'offerta del mattino
Signore,
dall'alba ti offro
i miei progetti, le mie esitazioni, i miei incontri.
Trasforma le mie ore in locande,
dei miei compiti di servizio,
dai miei fastidi opportunità di dolcezza.
Insegnami a dare prima che mi venga chiesto,
e rispettare il "no" dell'altro.
Che la mia giornata sia come te: semplice, spontanea, vera. Amen.
Speranza nella promessa: “allora tutto sarà puro per voi”
Questa promessa è realistica. Non dice "tutto sarà facile", ma "tutto sarà puro". La purezza è trasparenza: ciò che faccio, lo faccio davanti a Dio, per il bene degli altri, con serenità. Questa unità guarisce. Rende le nostre parole credibili, rende desiderabili le nostre vite.
La strada è aperta. Inizia con un piccolo gesto, oggi. Forse una donazione programmata, una borsa della spesa, una visita, un messaggio, un perdono. Questo piccolo "sì" apre la strada a un altro. E a poco a poco, l'interno e l'esterno si uniscono. Dio ha creato entrambi; li unifica attraverso il dono.
Preghiera finale: chiedere la grazia della coerenza
Dio fedele,
Ci chiamate alla coerenza.
Non si oppone l'interno all'esterno:
tu li armonizzi nella carità.
Salvaci dai fuochi d'artificio spirituali.
Insegnaci la lentezza del bene che mette radici,
la gioia silenziosa di un cuore che si semplifica,
le risate dei poveri che ci benedicono.
Per mezzo di Gesù, che si è lasciato “interrompere” per noi,
e che si dona di nuovo, pane spezzato,
rendici uomini e donne
che danno ciò che hanno,
e ricevere da te ciò che sono. Amen.


