Vangelo di Gesù Cristo secondo San Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando la buona novella del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, Gesù ne sentì compassione. compassione per loro perché erano smarriti e sfiduciati, come pecore senza pastore. Poi disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque con insistenza il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe».»
Poi Gesù chiamò a sé i suoi dodici discepoli e diede loro il potere di scacciare gli spiriti impuri e di guarire ogni malattia e ogni infermità. Questi dodici Gesù li inviò con queste istruzioni: «Andate alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino e guaritele». i malati, "Risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto; senza esigere, date."»
Trasforma la tua visione delle folle: quando la compassione di Cristo diventa missione
Scopri come il cuore commosso di Gesù di fronte alle folle sconcertate ci chiama oggi a diventare operai nella sua messe..
Di fronte alle folle smarrite, Gesù provò un'emozione viscerale che lo spinse ad agire. Questa compassione non era un sentimento vago, ma una forza che trasformava gli osservatori in missionari. Il Vangelo di Matteo ci rivela il profondo movimento del cuore di Dio: vedere l'angoscia, esserne toccati e poi inviare. Questo testo è rivolto a voi che cercate il senso del vostro impegno cristiano in un mondo alla deriva.
Esploreremo prima il contesto pastorale dell'invio dei Dodici, poi analizzeremo i tre movimenti del testo: compassione Chi vede, l'urgenza missionaria e il dono gratuito. Successivamente, esploreremo le implicazioni concrete per la vostra vita quotidiana, prima di esaminare la portata spirituale e le sfide contemporanee. Una preghiera liturgica e suggerimenti pratici concluderanno il nostro viaggio.
Il contesto matteano: quando il rabbino itinerante addestra i suoi emissari
L'evangelista Matteo colloca questo brano in un momento di svolta decisivo nel ministero di Gesù. Dopo aver dimostrato la sua autorità attraverso l'insegnamento del Discorso della Montagna (capitoli 5-7) e una serie di dieci miracoli (capitoli 8-9), Cristo non tiene questo potere solo per sé. Lo condivide.
Il testo si colloca tra la fine del ciclo dei miracoli e l'inizio del grande discorso missionario (capitolo 10). È un momento cruciale in cui Gesù passa dall'azione solitaria all'espansione del suo ministero. L'espressione "tutte le città e i villaggi" sottolinea la portata geografica della sua missione. Gesù non si limita a luoghi prestigiosi: va ovunque, senza discriminazioni.
Nella cultura ebraica del I secolo, il rabbino insegnava nelle sinagoghe, il luogo naturale di raduno e di istruzione. Ma Gesù aggiunse una nuova dimensione: proclamò il Vangelo del Regno, cioè la Buona Novella che il regno di Dio si stava avvicinando, e guarì. Il suo insegnamento non era meramente teorico; si concretizzava in atti di restaurazione.
La metafora delle "pecore senza pastore" riecheggia diversi testi dell'Antico Testamento, in particolare Numeri 27:17, dove Mosè chiede a Dio di provvedere un successore affinché il popolo non sia "come pecore senza pastore". Ezechiele 34 elabora questa immagine, denunciando i cattivi pastori d'Israele che trascuravano il gregge. Gesù si colloca così all'interno della tradizione profetica come il vero e atteso Pastore.
La chiamata dei Dodici non è arbitraria. Il numero dodici si riferisce alle dodici tribù d'Israele, a significare che Gesù sta ricostituendo il popolo di Dio. Questi uomini ricevono una "exousia", un potere, un'autorità delegata. Questo termine greco indica non un semplice permesso, ma una vera e propria capacità, un mandato ufficiale.
Le istruzioni che seguono rivelano una precisa strategia missionaria: prima Israele, poi le nazioni. Questa priorità non è esclusiva, ma cronologica. Gesù inizia con le "pecore perdute della casa d'Israele", realizzando così le promesse fatte ai patriarchi prima di estendere la missione universale dopo la sua risurrezione.
Il triplice movimento del cuore missionario: vedere, commuoversi, inviare
La compassione come visione trasformata
Il verbo greco "esplanchnisthè", tradotto come "fu mosso a compassione", è di una intensità straordinaria. Deriva da "splanchna", che significa viscere o visceri. È un'emozione che ti afferra, che ti travolge fisicamente. Gesù non rimane indifferente alla sofferenza collettiva.
Questa compassione inizia con uno sguardo. «Vedendo le folle»: Gesù osserva, si prende il tempo di vedere veramente. Nel nostro mondo saturo di immagini e informazioni, sviluppiamo una sorta di intorpidimento emotivo. Vediamo senza vedere. Gesù, invece, guarda con gli occhi del cuore.
Ciò che vede non sono semplicemente individui, ma "folle", una massa di umanità. Eppure la sua compassione non è astratta. Percepisce il loro stato interiore: "sconvolti e abbattuti". I termini greci "eskylmenoi" (tormentati, tormentati) ed "errimmenoi" (gettati a terra, prostrati) descrivono un popolo esausto, privo di guida e protezione.
La seguente metafora pastorale illumina questa visione: come pecore senza pastore. Le pecore sono animali vulnerabili, incapaci di sopravvivere da sole. Senza pastore, si smarriscono, cadono nei burroni e diventano preda dei lupi. Questa immagine rivela la fondamentale fragilità della condizione umana quando è separata da Dio.
Ma compassione L'azione di Gesù non si limita all'osservazione. Provoca una reazione. È qui che sta la differenza tra la semplice pietà e compassione La compassione cristiana osserva da lontano, compassione Richiede azione. Il cuore di Dio non può restare spettatore della miseria umana.
Dall'urgenza della messe alla chiamata degli operai
Gesù cambia poi metafora: dalle pecore passiamo alla mietitura. Questo passaggio non è insignificante. Mentre l'immagine del pastore sottolinea il bisogno di protezione e guida, quella della mietitura evoca abbondanza, urgenza e il lavoro da realizzare.
«La messe è molta»: è una visione ottimistica in mezzo all’angoscia. Gesù non vede solo miseria; vede potenzialità, vita pronta a sbocciare. Nella cultura agraria del tempo, la mietitura rappresentava il momento cruciale in cui tutto il lavoro L'anno sta per finire. È tempo di raccolto, il momento in cui non c'è più tempo per aspettare.
Questa urgenza spiega la sproporzione: "ci sono pochi operai". C'è un divario drammatico tra l'entità del bisogno e la disponibilità di personale. Questo squilibrio non è una novità. Dio ha sempre cercato collaboratori per la sua opera.
La soluzione proposta da Gesù è innanzitutto la preghiera: «Pregate dunque il Signore della messe». Prima di ogni azione, è necessario riconoscere che la messe appartiene a Dio. Il «Padrone della messe» (kyrios tou therismou) è colui che possiede il campo, che decide il tempo della mietitura e che assume i lavoratori. È una preghiera di dipendenza e fiducia.
Ironicamente, coloro che pregano affinché Dio mandi operai diventano essi stessi operai. Matteo prosegue immediatamente: "Allora Gesù chiamò a sé i suoi dodici discepoli". La preghiera non ci esenta dall'impegno; ci prepara ad esso. Coloro che intercedono per la missione sono i primi candidati ad essere inviati.
Il dono gratuito come principio missionario
L'invio dei Dodici avvenne con strumenti e istruzioni precise. Il potere conferito era concreto: "scacciare gli spiriti impuri e guarire ogni malattia e ogni infermità". Gesù non li mandò a mani vuote. Trasmise loro la sua autorità, la sua capacità di agire.
I compiti loro affidati rispecchiano esattamente ciò che Gesù stesso ha fatto: annunciare, guarire, risuscitare i morti, purificare ed espellere. La missione dei discepoli prolunga quella del Maestro. Diventano suoi rappresentanti, suoi ambasciatori. Il loro messaggio è identico: "Il regno dei cieli è vicino".
Questa vicinanza del Regno è cruciale. Non si tratta di annunciare qualcosa di lontano, ipotetico o futuro. Il Regno è "molto vicino" (engiken), letteralmente "si è avvicinato". È già qui, a portata di mano, accessibile ora.
L'ultima istruzione riassume l'intera etica missionaria: «Gratuitamente avete ricevuto; gratuitamente date». La parola greca «dôrean» significa «senza pagamento, come puro dono». Questa gratuità distingue radicalmente la missione cristiana da qualsiasi impresa commerciale o manipolazione.
Questo principio riflette la natura stessa della grazia divina. Dio non vende la sua salvezza; la offre gratuitamente. I discepoli non dovrebbero cercare di trarre profitto da ciò che hanno ricevuto gratuitamente. La loro autorità spirituale non è una merce, ma un dono da condividere senza calcoli o aspettative di ritorno.
Questa gratuità non implica improvvisazione o dilettantismo. Al contrario, donare gratuitamente ciò che si è ricevuto gratuitamente richiede un'accoglienza autentica, un addestramento, un equipaggiamento e un invio. La gratuità del dono non ne diminuisce il valore o la serietà; ne garantisce l'autenticità.
La compassione come forza motrice spirituale
Compassione La devozione a Cristo non è un sentimento facoltativo o decorativo. È il carburante di ogni vera missione. Senza di essa, le nostre attività ecclesiali diventano programmi vuoti, le nostre opere di beneficenza operazioni disincarnate.
Coltivare questa compassione inizia con il rallentare. Nella nostra società di urgenza e produttività, sorvoliamo le realtà umane. Passiamo accanto a volti senza vederli veramente. Gesù, invece, si ferma, osserva, sente. Si prende il tempo di lasciare che l'angoscia degli altri penetri nel suo cuore.
Questa compassione deve anche essere coltivata. Non possiamo lasciarci sopraffare da tutto e da tutti contemporaneamente, a rischio di esaurimento o superficialità. Si tratta di imparare a discernere dove Dio ci chiama specificamente a impegnarci. Gesù vide le folle, ma scelse i Dodici per una missione specifica.
Compassione L'autenticità rifiuta la comoda distanza. Ci spinge verso la vicinanza, il contatto e la relazione. Le pecore senza pastore non diventano improvvisamente autonome perché ricevono un messaggio di sostegno da lontano. Hanno bisogno di una presenza, di una mano che le guidi, di una voce rassicurante.
Infine, questa compassione non si limita alle cure palliative. Gesù non si limita a distribuire elemosine alla folla. Guarisce. i malati, scaccia i demoni, annuncia il Regno. Compassione La guarigione cristiana mira alla guarigione integrale della persona, corpo, anima e spirito. Affronta le cause profonde del male, non solo i suoi sintomi.
In termini pratici, sviluppare questa compassione significa esporci regolarmente alla realtà di coloro che soffrono. Visitare un ospedale, un rifugio per senzatetto, ascoltare le testimonianze di persone distrutte. Leggere le Scritture con il desiderio di incontrare il cuore di Dio per i perduti. Pregare affinché i nostri cuori possano essere toccati come lo fu il cuore di Gesù.
Urgenza missionaria senza fretta
L'immagine del raccolto trasmette un duplice messaggio: abbondanza e urgenza. Il grano maturo non può aspettare. Se ritardiamo, il raccolto marcisce nel campo, gli uccelli lo divorano, le tempeste lo distruggono. C'è un "kairos", un momento propizio che non dobbiamo perdere.
Questa urgenza non giustifica l'improvvisazione o l'attività frenetica. Gesù si prende il tempo di formare i suoi discepoli. Non li manda a caso. Dà loro istruzioni precise, un territorio definito e parole da dire. L'urgenza si unisce alla preparazione.
Nel contesto contemporaneo, questa tensione permane. Da un lato, miliardi di persone non hanno mai ascoltato il Vangelo in modo comprensibile. Il bisogno è immenso. Dall'altro, la fretta spesso produce danni: conversioni superficiali, scandali morali e esaurimento missionario.
Un'urgenza missionaria correttamente intesa riconosce che ogni giorno conta, che ogni persona ha un valore infinito, ma si rifiuta di sacrificare la qualità per la quantità. È meglio formare dieci discepoli che possano poi formare altri, piuttosto che battezzare mille persone che rimarranno spiritualmente immature.
Questa urgenza nasce da una convinzione teologica: il tempo della grazia non è illimitato. L'opportunità di riconciliarsi con Dio esiste ora. Domani potrebbe essere troppo tardi, non perché Dio sia diventato meno misericordioso, ma perché i nostri cuori possono indurirsi, perché la vita è fragile, perché l'eternità arriva prima di quanto pensiamo.
Come possiamo quindi vivere questa emergenza in modo sano? Pianificando strategicamente i nostri impegni missionari. Identificando le priorità in base ai bisogni e alle nostre risorse. Rifiutando il culto dell'attivismo che confonde l'attività con la fecondità. Riposando regolarmente per sostenere i nostri sforzi nel tempo. Pregando ogni giorno affinché Dio guidi le nostre scelte.
La libertà come segno distintivo del Vangelo
In una cultura consumistica in cui tutto ha un prezzo e in cui persino le relazioni diventano transazionali, il principio "gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente dai" suona come una rivoluzione.
Questa gratuità non implica dilettantismo. Gli operai della messe meritano la loro paga, come dirà Gesù altrove. È una questione di principio: ciò che viene donato è donato incondizionatamente, senza aspettativa di ritorno, senza manipolazioni nascoste. Il dono non crea un debito per chi lo riceve.
Questa posizione si scontra con molte tentazioni. La prima è quella dello sfruttamento: usare gli aiuti materiali come esca per attrarre persone al nostro messaggio. Dare da mangiare agli affamati per riempire le nostre chiese. Questo approccio tradisce il Vangelo perché condiziona l'amore.
La seconda tentazione è la mercificazione dello spirituale: vendere benedizioni, monetizzare le preghiere e commerciare i sacramenti. La storia della Chiesa è piena di questi abusi, a cui i Riformatori si opposero con veemenza. Ma il pericolo riappare costantemente in nuove forme.
La terza tentazione è più sottile: è l'aspettativa inconscia di riconoscimento. Diamo liberamente, certo, ma segretamente speriamo in gratitudine, ammirazione, rispetto. Quando questi non arrivano, ci sentiamo feriti, sfruttati. Ma un dono veramente disinteressato non cerca alcun ritorno, nemmeno emotivo.
Praticare lo spirito di gratuità del Vangelo richiede una profonda libertà interiore. Bisogna aver ricevuto abbastanza amore di Dio da non dover più mendicare l'amore umano. Bisogna essere così pieni di grazia divina da poterla donare liberamente, senza trattenersi, senza ansia.
In termini pratici, questo si traduce in scelte: offrire il proprio tempo senza limiti di tempo, condividere le proprie competenze senza chiedere un compenso, accogliere senza selezionare in base al merito o al potenziale ritorno. Significa servire gli ingrati così come i grati, amare gli indifferenti tanto quanto gli entusiasti e benedire chi maledice.

Applicazioni pratiche in quattro sfere della vita
Nella tua vita personale e spirituale
Inizia ogni giorno chiedendo a Dio di darti i suoi occhi per vedere le persone che incontri. Questa semplice preghiera trasforma la tua prospettiva. Invece di vedere gli altri come ostacoli, strumenti o distrazioni, li vedi come pecore che Gesù ama.
Pratica regolarmente la revisione della compassione. La sera, ripercorri la tua giornata e chiediti: "Quale disagio mi ha toccato? Cosa ho fatto con quell'emozione?". Non sentirti in colpa se non hai risolto tutto, ma esamina se eri aperto o chiuso.
Identifica il tuo "Israele", cioè le persone o i gruppi a cui Dio ti manda principalmente. Non puoi portare il peso del mondo intero. Gesù stesso ha delimitato geograficamente la prima missione dei Dodici. Dov'è il tuo territorio specifico? La tua famiglia? I tuoi colleghi? Il tuo quartiere?
Coltiva la generosità nelle tue relazioni. Ascolta con attenzione senza aspettarti nulla in cambio. Fai favori senza sperare in qualcosa in cambio. Perdona senza esigere un pentimento preventivo. Questa pratica affina il tuo cuore e ti conforma a Cristo.
Nelle tue relazioni familiari e amichevoli
I tuoi cari sono spesso le "pecore" più vicine e trascurate. Mostriamo compassione verso gli estranei e impazienza verso il nostro coniuge. Inverti questa logica. Applicala prima a casa. compassione di Cristo.
Ascoltate davvero. Quando vostro figlio vi racconta la sua giornata, mettete giù il telefono. Quando il vostro amico esprime una difficoltà, resistete alla tentazione di minimizzarla o di offrire subito una soluzione. Lasciate che la sofferenza dell'altra persona vi tocchi prima di reagire.
Proclamate il Regno nella vostra casa. Non facendo tanti discorsi morali, ma vivendolo. gioia, pace e la speranza che viene da Dio. La vostra presenza pacifica, le vostre parole incoraggianti, la vostra pazienza nei conflitti testimoniano che il Regno è vicino.
Date liberamente nelle vostre amicizie. Non tenete il conto di chi ha invitato chi per ultimo. Non calcolate chi ha dato più dell'altro. L'amicizia cristiana non è uno scambio economico, ma una comunione generosa in cui ognuno contribuisce liberamente secondo le proprie possibilità.
Nel tuo ambiente professionale e sociale
Il tuo posto di lavoro è un campo di missione. Colleghi stressati, dipendenti esausti e manager ansiosi sono tutti "pecore senza pastore". La tua compassione può essere dimostrata attraverso piccoli gesti: un sorriso sincero, una parola di incoraggiamento, un aiuto disinteressato.
Rifiuta la logica puramente transazionale che spesso domina il mondo professionale. Puoi eccellere nel tuo campo coltivando allo stesso tempo la generosità: condividendo le tue conoscenze senza gelosia, aiutando un concorrente in difficoltà, difendendo un subordinato che è stato trattato ingiustamente.
Individuare opportunità di "guarigione" professionale. Guarire sul lavoro può significare risolvere un conflitto, ridare fiducia a qualcuno che dubita di sé o proporre una soluzione creativa a un problema irrisolvibile. Ti sono state donate delle competenze: usale per rigenerarti, non solo per produrre o accumulare.
Siate operai nella messe, anche in un ambiente secolarizzato. Questo non significa imporre le proprie convinzioni, ma vivere con coerenza e radiosità tali che gli altri si interroghino sulla fonte della vostra pace. Siate pronti a spiegare la speranza che dimora in voi quando se ne presenta l'occasione.
Nel vostro impegno ecclesiale e missionario
Se sei già coinvolto in una chiesa locale, chiediti: "La nostra comunità è guidata da compassione o per abitudine, dovere, tradizione? Una chiesa che ha perso la capacità di essere toccata dalle folle sconvolte diventa un circolo religioso.
Incoraggia la tua chiesa ad andare oltre i suoi confini. Organizza attività che raggiungano le "pecore senza pastore": pranzi comunitari aperti al pubblico, gruppi di sostegno per persone in difficoltà, sostegno alle famiglie monogenitoriali, aiuto nei compiti per bambini svantaggiati.
Pregate regolarmente e in modo specifico affinché Dio mandi operai. Presentate a Dio i bisogni precisi della vostra parrocchia, della vostra città, del vostro paese. E siate pronti affinché Dio scelga voi come risposta alla vostra preghiera.
Forma te stesso e forma gli altri. Gesù ha preparato i Dodici prima di inviarli. Non trascurare la formazione biblica, teologica e pratica. La compassione senza competenza può causare danni. La competenza senza compassione rimane sterile. Hai bisogno di entrambe.
Echi nella tradizione e nella teologia cristiana
Questo brano ha profondamente influenzato la comprensione cristiana della missione. I Padri della Chiesa vi hanno visto il fondamento dell'apostolato e del ministero ordinato. San Giovanni Crisostomo, nelle sue omelie su Matteo, sottolinea che compassione Gesù rivela la sua piena umanità tanto quanto la sua divinità. Un Dio commosso fino al midollo manifesta una tenerezza che squarcia il velo tra cielo e terra.
Sant'Agostino, Nel suo commento al Discorso della Montagna, egli stabilisce un legame tra la beatitudine dei misericordiosi e questa compassione missionaria. Chi ha ricevuto misericordia diventa naturalmente misericordioso. La missione non è un peso imposto, ma un'abbondanza traboccante. Il cuore toccato da Dio non può chiudersi in se stesso.
La tradizione monastica ha a lungo meditato sull'immagine delle pecore senza pastore. Padri del deserto Vedevano nel mondo anime perdute che avevano bisogno di essere riportate in vita attraverso la preghiera e l'esempio. Il monaco non è un fuggitivo egoista, ma un intercessore che porta il mondo nella sua cella. La sua silenziosa compassione riecheggia misteriosamente quella di Cristo.
Tommaso d'Aquino, nella sua Summa Theologica, analizza compassione come virtù correlata a beneficenza. Partecipa all'amore divino senza identificarsi pienamente con esso. Compassione Ci rendono simili a Cristo, che «imparò l'obbedienza attraverso la sofferenza» (Ebrei 5,8). Avere compassione significa soffrire con Cristo, condividere la Passione di Cristo nelle membra del suo corpo.
La Riforma protestante enfatizzò la natura gratuita del servizio spirituale. Lutero vide nel "dare gratuitamente" un'illustrazione della "sola gratia" (libero arbitrio). Siamo giustificati gratuitamente, salvati gratuitamente, quindi serviamo gratuitamente. Qualsiasi tentativo di monetizzare la spiritualità tradisce l'essenza stessa del Vangelo. Calvino sviluppò il concetto di vocazione: Dio chiama specificamente certe persone a determinate missioni; equipaggia coloro che invia.
La spiritualità ignaziana propone la «contemplazione per servire». Ignazio di Loyola Ci incoraggia a contemplare Gesù nella sua compassione per lungo tempo prima di agire. Questa contemplazione non è una fuga, ma una preparazione. Possiamo dare veramente solo ciò che abbiamo ricevuto. La missione nasce dall'intimità con Cristo.
La teologia della liberazione latinoamericana ha reinterpretato questo testo alla luce dell'opzione preferenziale per i poveri. Gustavo Gutiérrez sottolinea che la "pecora senza pastore" non è una metafora pia, ma una descrizione delle masse sfruttate. Compassione La missione di Cristo è tanto politica quanto spirituale: esige strutture giuste, non solo elemosine.
Giovanni Paolo II, Nella Redemptoris Missio, ci ricorda che la missione rimane urgente. Il fatto che esistano altre religioni non ci esime da questa responsabilità. Cristiani per annunciare Cristo. Compassione richiede di condividere ciò che abbiamo di più caro: la conoscenza di Gesù. Tenere il Vangelo per sé sarebbe l'opposto di compassione.
Benedetto XVI ha sviluppato il concetto di "caritas in veritate": beneficenza in verità. Compassione L'autenticità non può essere separata dalla proclamazione della verità. Amare qualcuno significa desiderare il suo vero bene, non semplicemente il suo benessere immediato. Questa visione bilancia sentimento e dottrina.
IL papa Nell'Evangelii Gaudium, Papa Francesco invoca una "Chiesa in uscita", ispirandosi direttamente a questo testo. Una Chiesa che non esce verso le periferie per incontrare la pecora smarrita è una Chiesa malata. La missione non è una semplice attività; è l'identità stessa della Chiesa. Esistere per annunciare, servire, testimoniare.
Traccia di meditazione
Scegli un momento tranquillo, preferibilmente al mattino, prima che la giornata diventi frenetica. Mettiti comodo, respira profondamente e prega lo Spirito Santo affinché ti aiuti a entrare nel testo.
Primo passo: leggi il brano ad alta voce lentamente, scandendo ogni parola. Lascia che il testo risuoni dentro di te. Nota quale versetto cattura in modo particolare la tua attenzione. Spesso è proprio quello di cui hai bisogno oggi.
Secondo passo: visualizza la scena. Immagina Gesù in piedi, che osserva una folla immensa, eterogenea e rumorosa. Osserva i volti stanchi, gli sguardi smarriti, i corpi accasciati. Prenditi il tempo di vedere davvero queste pecore senza pastore. Cosa provi?
Terzo passo: Avvicinati a Gesù con la tua immaginazione. Guarda il suo volto. Osserva l'emozione che lo attraversa, forse le lacrime agli angoli dei suoi occhi, l'intensità del suo sguardo. Ascoltalo dire: "La messe è abbondante...". Lascia che queste parole penetrino nel tuo cuore.
Quarto passo: Ascolta Gesù che ti chiama per nome. Sei uno dei Dodici che invia. Ti pone la mano sul capo e ti dà la sua autorità. Come ti senti? Paura? Gioia? Indegnità? Accogli queste emozioni senza giudizio.
Quinto passo: Ascolta le istruzioni di Gesù: "Andate alla pecora smarrita... Guarite... Donate gratuitamente". Chiedetegli di mostrarvi concretamente, oggi, a chi vi sta mandando. Aspettate in silenzio. Potrebbe apparire un volto, un nome, una situazione.
Sesto passo: Parla con Gesù. Esprimi i tuoi dubbi, le tue paure, i tuoi sentimenti di inadeguatezza. Ascolta la sua risposta nel silenzio del tuo cuore. Non ti manda da solo. Ti equipaggia. È con te.
Settimo passo: Concludi prendendo un impegno concreto e vincolato a una scadenza. Ad esempio: "Oggi chiamerò questa persona che sta soffrendo" oppure "Questa settimana dedicherò due ore al servizio...". Scrivilo per non dimenticarlo.
Sfide contemporanee alla missione compassionevole
La nostra epoca pone interrogativi inediti sulla missione affidata da Gesù ai Dodici. Il pluralismo religioso solleva la questione: come possiamo proclamare "il regno dei cieli è vicino" in una società in cui ognuno rivendica la propria verità? La risposta non può essere né l'arroganza né la tiepidezza.
Compassione Una donna cristiana deve rimanere convinta della verità del Vangelo nel rispetto della libertà di coscienza altrui. Annunciare il Vangelo non significa imporlo. Testimoniare non significa manipolarlo. Esiste un modo di condividere la propria fede che onora gli altri, che ascolta prima di parlare, che cerca il dialogo piuttosto che il monologo.
La seconda sfida è la massiccia secolarizzazione. In molte società occidentali, i riferimenti cristiani sono diventati incomprensibili. Parlare del "regno di Dio" a qualcuno senza una formazione biblica richiede di reimparare una lingua. La missione esige di tradurre senza tradire la fede.
Ciò significa incontrare le persone lì dove sono, con le loro vere domande, non con le nostre risposte preconfezionate a domande che non si sono nemmeno poste. Gesù ha parlato di questo. parabole tratti dalla vita quotidiana. Com'è la nostra vita quotidiana oggi? Quali metafore contemporanee trasmettono la verità eterna?
Terza sfida: l'individualismo. La nozione stessa di "folla" diventa problematica. I nostri contemporanei si vedono come individui autonomi, non come pecore in un gregge. Come possiamo parlare di pastore a qualcuno che rifiuta di essere guidato? Come possiamo esprimere il bisogno di comunità a qualcuno che apprezza l'indipendenza?
La risposta paradossale è che, proprio l'individualismo dilagante produce una solitudine diffusa. Le "pecore senza pastore" oggi sono questi milioni di individui iperconnessi ma profondamente isolati. La missione è offrire ciò che il mondo non può: una vera appartenenza, una famiglia spirituale, un significato che trascende il sé.
Quarta sfida: il sovraccarico di informazioni. Non abbiamo mai avuto così tanto accesso alle informazioni, comprese quelle religiose. Eppure, la confusione regna sovrana. Come possiamo "proclamare" in un ambiente in cui tutti proclamano tutto e il contrario di tutto? Il messaggio missionario rischia di perdersi nel rumore circostante.
È proprio qui che la coerenza nella vita diventa cruciale. Le nostre azioni devono autenticare le nostre parole. Una comunità cristiana che vive veramente compassione, gratuitamente, fratellanza, Diventa un segno credibile in un mondo di parole vuote. La testimonianza incarnata si fa strada nel rumore dei media.
Quinta sfida: l'esaurimento dei lavoratori. Il burnout colpisce anche missionari, pastori e volontari della chiesa. Come si può sostenere questo sforzo nel tempo quando la messe sembra non diminuire mai e gli operai sono sempre troppo pochi?
La saggezza sta nell'accettare i nostri limiti. Gesù non disse: "Lavora fino allo sfinimento". Disse: "Pregate il Signore della messe". Non siamo gli unici responsabili del mondo. Dio rimane l'architetto. La nostra fedeltà vale più della nostra efficienza. È meglio servire umilmente per quarant'anni che brillantemente per due anni prima di crollare.
Infine, c'è la sfida di fornire servizi gratuiti in un'economia completamente guidata dal mercato. Tutto è monetizzato, valorizzato e reso redditizio. Come possiamo mantenere il principio del "dare gratuitamente" quando le strutture ecclesiastiche stesse operano spesso secondo logiche manageriali?
È una battaglia spirituale quotidiana. Dobbiamo ricordarci costantemente che il Vangelo non è un prodotto, che le anime non sono clienti e che il successo missionario non si misura in base ai numeri delle presenze. Donare gratuitamente richiede una conversione permanente della nostra mentalità e delle nostre pratiche istituzionali.
Preghiera
Signore Gesù, Buon Pastore delle pecore perdute,
Hai viaggiato attraverso città e villaggi,
Annunciando la Buona Novella del Regno,
Guarigione di tutte le malattie e infermità.
Vedendo la folla sconvolta e abbattuta,
Il tuo cuore fu mosso da profonda compassione,
Perché erano come pecore senza pastore,
Persi, vulnerabili, senza direzione.
Donaci di vedere con i tuoi occhi, Signore,
Le moltitudini che ci circondano oggi,
Questi uomini e donne in cerca di significato,
Questi bambini crescono senza alcuna guida.
Tocca i nostri cuori con la tua divina compassione,
Non dobbiamo restare indifferenti,
Non chiudiamo gli occhi di fronte all'angoscia,
Non induriamo la nostra anima di fronte alla sofferenza.
Il raccolto è abbondante, ce l'avete detto.,
Ma i lavoratori sono ancora troppo pochi.
Ti preghiamo, Signore della messe,
Manda lavoratori nel tuo campo.
E se ci chiamate ad essere quei lavoratori,
Dacci il coraggio di rispondere: "Eccomi".«
Dotaci del tuo Spirito e della tua potenza,
Affinché possiamo portare frutto che duri.
Hai affidato l'autorità ai tuoi discepoli
Per scacciare gli spiriti impuri e guarire,
Per annunciare che il tuo Regno è vicino,
Per dare gratuitamente ciò che hanno ricevuto gratuitamente.
Che questa stessa autorità riposi su di noi,
Non per la nostra gloria, ma per la vostra.,
Non per dominare, ma per servire.,
Non per accumulare, ma per dare.
Guidaci alla pecora smarrita,
Quelli che stai cercando e che ami,
Coloro per i quali hai dato la vita,
Quelli che vuoi riportare a casa.
Insegnaci ad annunciare con gioia
Che il tuo Regno non è una teoria lontana
Ma una realtà presente, vicina, accessibile,
Una forza che trasforma e libera.
Insegnaci a guarire con la tua grazia,
Non solo corpi malati
Ma anche cuori spezzati,
Anime ferite, menti tormentate.
Tienici lontani dalla tentazione di vendere il tuo dono,
Per trasformare la grazia in commercio,
Per trasformare il Vangelo in una merce,
Vendere ciò che dovrebbe essere offerto liberamente.
Che tutta la nostra vita sia una testimonianza
Dalla natura incondizionata del tuo amore infinito,
Dalla generosità della tua misericordia,
Dall'abbondanza della tua grazia, che è sufficiente.
Quando siamo stanchi e scoraggiati,
Quando il compito sembra troppo grande,
Quando dubitiamo delle nostre capacità,
Ricordaci che sei tu che invii e sostieni.
Che il tuo Spirito ci riempia di forza,
Che la tua presenza ci accompagni ogni giorno.,
Che la tua parola guidi i nostri passi.,
Che il tuo amore arda nei nostri cuori.
Rendiamo le nostre comunità luoghi di compassione.,
Rifugi per pecore smarrite,
Spazi dove si manifesta la tua tenerezza,
Segni viventi del tuo Regno presente.
E alla fine della nostra corsa,
Quando ci presenteremo davanti a voi,
Possiamo ascoltare queste parole benedette:
«"Servo buono e fedele, entra gioia dal tuo padrone.»
A te, Gesù, Buon Pastore e Inviato del Padre,
Con il Padre e lo Spirito Santo,
Sia tutto onore, tutta gloria, tutta lode,
Ora e per sempre. Amen.
Per diventare ciò che abbiamo contemplato
Questo brano di Matteo ci lascia profondamente cambiati. Ci pone di fronte a una verità essenziale: la fede cristiana non è una ricerca intellettuale, ma una missione sul campo. Aver incontrato Cristo significa essere inviati da Cristo. Aver contemplato Lui nella sua compassione significa essere trasformati nella sua immagine.
Le folle disorientate non sono scomparse. Hanno cambiato aspetto, ma sono ancora lì: i vostri vicini solitari, i vostri colleghi esausti, quei giovani alla disperata ricerca di un senso nella loro vita. Attendono pastori, operai, testimoni che offrano qualcosa di diverso dalle soluzioni superficiali del mondo.
Siete chiamati a essere quel testimone. Non perché siate perfetti, competenti o straordinari, ma semplicemente perché avete ricevuto. Avete assaggiato. compassione di Cristo, sai gioia Dal Regno hai sperimentato la potenza della grazia. Ciò che hai ricevuto gratuitamente, devi donarlo gratuitamente.
Inizia in piccolo, inizia localmente, inizia oggi. Non lasciare che la portata del compito ti paralizzi. Gesù non chiese ai Dodici di salvare il mondo in un giorno. Affidò loro una missione specifica: andare prima in Israele. Trova il tuo Israele, il tuo territorio specifico, e siigli fedele.
La preghiera rimane il punto di partenza. Prima di passare all'azione, prega che Dio mandi operai. E sii pronto a scoprire che sei la risposta alla tua preghiera. Questa disponibilità a servire ti rende un vero discepolo, un continuatore della missione di Cristo.
Pratiche da implementare
- Meditazione quotidiana sulla compassione Ogni mattina, leggi lentamente Matteo 9,36 e chiedi a Dio di darti il Suo sguardo su almeno una persona oggi, poi agisci di conseguenza compassione Ricevuto.
- Identificare il tuo territorio : Prendi un foglio di carta e scrivi i tre ambiti in cui Dio ti colloca regolarmente (famiglia, lavoro, quartiere, associazione…), poi scegli un impegno concreto e libero in uno di essi.
- Pratica settimanale di donazione gratuita Una volta alla settimana, dona qualcosa di prezioso (tempo, denaro, abilità) a qualcuno che non potrà mai ripagarti e osserva cosa produce in te.
- Preghiera per i lavoratori : Incorpora nella tua preghiera quotidiana un'intercessione specifica affinché Dio susciti servitori nella tua chiesa locale e nelle missioni mondiali, menzionando bisogni specifici.
- Formazione missionaria : Iscriviti a un corso biblico o teologico, anche breve, per comprendere meglio il Vangelo che sei chiamato a trasmettere, perché puoi trasmettere bene solo ciò che conosci profondamente.
- Gita mensile in periferia Una volta al mese, visita intenzionalmente un luogo dove ci sono "pecore senza pastore" (ospedale, prigione, (casa, strada) per tenere il cuore aperto alla vera sofferenza.
- Recensione di Compassionate Life :Ogni domenica sera, ripassa la tua settimana e individua un momento in cui sei stato toccato dalla sofferenza degli altri e un momento in cui sei rimasto indifferente, quindi affida entrambi a Dio nella preghiera.
Riferimenti e risorse per ulteriori approfondimenti
- Commento di San Giovanni Crisostomo al Vangelo di Matteo, Omelie 30-32, dove elabora ampiamente compassione di Cristo e l'invio missionario degli apostoli.
- Benedetto XVI, "Gesù di Nazareth"«, volume 1, capitolo sul Discorso della Montagna e la missione, per una rigorosa lettura teologica contemporanea.
- Gustavo Gutiérrez, "Teologia della liberazione"«, capitolo 13, per comprendere la dimensione sociale e politica di compassione evangelico verso i poveri.
- Papa Francesco, «Evangelii Gaudium» (Gioia del Vangelo), in particolare i capitoli 1 e 3 sulla trasformazione missionaria della Chiesa e l'annuncio del Vangelo.
- John Stott, "La missione cristiana oggi"«, un classico protestante sulla teologia e la pratica della missione integrale, fedele al modello di Cristo.
- Henri Nouwen, "Compassione: riflessioni sulla vita cristiana"«, una profonda meditazione su compassione come fondamento della spiritualità e del servizio cristiano.
- Dietrich Bonhoeffer, "Il prezzo della grazia"«, per comprendere la tensione tra grazia gratuita e chiamata radicale al discepolato, tra ricevere e dare gratuitamente.
- Matteo 28,18-20 (il mandato missionario), Luca 10,1-12 (l'invio dei settantadue), Giovanni 20,21 ("Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi"): testi paralleli su cui meditare.


